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LA MUSICA AL TEMPO DI DANTE
A cura di Oreste Bossini
Il musico Casella
All’inizio del Purgatorio Dante incontra, sulla spiaggia ai piedi del monte del Purgatorio, un gruppo di anime appena sbarcate da una navicella guidata da un angelo. Come si accorgono che Dante è ancora in vita, le anime si affollano attorno a lui meravigliate e intimorite da questo fatto straordinario, ma una di loro si fa avanti e lo abbraccia con grande affetto. Dante cerca di ricambiare l’abbraccio ma per tre volte le sue mani stringono il vuoto, finché non si accorge di avere davanti a sé l’amico d’infanzia Casella, che un tempo con il suo «amoroso canto» «solea quetar tutte mie voglie». In nome dell’antica amicizia lo prega di tornare a cantare per «consolare alquanto l’anima mia, che, con la sua persona venendo qui, è affannata tanto!». Il viaggio nell’Inferno, appena lasciato alle spalle, pesa ancora come un macigno sul cuore di Dante. Casella intona un verso famoso del Convivio, ‘Amor che ne la mente mi ragiona’, in maniera così dolce che non solo Dante, ma anche Virgilio è rapito dalla musica, e con loro tutte le anime appena sbarcate in Purgatorio che si fermano ad ascoltare, ancora piene di nostalgia per la vita mortale. Proviamo a ricostruire per un momento l’incanto di quei suoni, offrendo un panorama della musica al tempo di Dante, dalla poesia cantata dei trouvères occitani ai maestri dell’ars nova.
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Fedeli d'amore
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La forma canzone
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Dante e la Famiglia Scala di Verona
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Dall'inferno al Paradiso
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Alta Trinità beata - ballata di Anonimo XIII secolo
Stefano Albarello, canto e liuto medievale
In collaborazione con l'associazione Concentus Lucensis.